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 L'Opera dell'uomo > La Pinacoteca "Bruno Molajoli" > Gentile da Fabriano
l'Adorazione dei MagiGentile di Niccolò di Giovanni Massi detto Gentile da Fabriano è stato un pittore italiano tra i più importanti esponenti del Gotico Internazionale, di ricca cultura prevalentemente fiamminga e lombarda; incarnò la tipica figura dell'artista che preferì alla bottega le più svariate occasioni di lavoro offerte dalle corti italiane.
Gentile da Fabriano nacque a Fabriano nel 1370 circa, da Niccolò di Giovanni, mercante, matematico e letterato. Non si conosce nulla sulla sua formazione ma nella prima opera a noi nota, la tavola con la “Madonna col Bambino e i santi Niccolò e Caterina e un donatore”, i caratteri stilistici sono legati prevalentemente alla cultura tardogotica lombarda.
È da Venezia che ci pervengono le sue prime opere (tra cui il “Polittico di Valle Romita”, datato tra il 1400 e il 1410) le quali presentano i caratteri tipici della sua pittura: ricchi panneggi, linearità dei contorni, fastosità dei costumi, tutti elementi tipici del Gotico Internazionale. Il primo sicuro dato cronologico risale al 1408 quando il pittore, sempre a Venezia, eseguì un affresco in palazzo ducale poi andato perduto.
Dal 1414 al 1419 fu a Brescia, dove decorò la Cappella del Broletto, lavoro perduto: dopo esser tornato per un breve periodo a Venezia, si trasferì a Firenze nel 1422, dove eseguì per la cappella di Palla Strozzi in Santa Trinita la famosa “Adorazione dei Magi” che ora si trova agli Uffizi di Firenze. Questo dipinto ci è giunto integro nella sua cornice intagliata e dipinta in oro, i personaggi della scena, che indossano ricchi costumi, sono immersi in una atmosfera fiabesca quasi irreale unita però ad un'attenta descrizione veristica di piante e fiori. In primo piano i due gruppi (a sinistra la sacra famiglia e a destra il corteo) sono separati dalla figura dritta del giovane re; accorgimenti del genere permettono all'opera di essere letta da più punti di vista, su cui lo spettatore e invitato a soffermarsi ed ad analizzare ogni singolo particolare in momenti successivi.
Nel 1425 dipinse, sempre a Firenze, il “Polittico Quaratesi” oggi smembrato fra Londra, Firenze, Vaticano e Washington; le figure pacate e monumentali, costruite solidamente, con colori compatti e con un segno più sobrio, risentono dell'influenza esercitata dalle opere di Lorenzo Ghiberti e Masolino da Panicale.
Nello stesso anno l'artista fu a Siena, poi a Orvieto dove eseguì l’affresco “Vergine col Bambino e Santi” all'interno del Duomo, nel quale i corpi solidi si profilano da sotto i panni e le espressioni si umanizzano, abbandonando i modi cortesi delle prime opere.
Nel 1427 si diresse a Roma, dove iniziò nella basilica di S. Giovanni in Laterano un ciclo di affreschi, una commissione prestigiosissima, che la morte gli impedì di concludere. Continuata da Pisanello, l’opera fu poi distrutta con il rifacimento secentesco della chiesa.
Morì a Roma nel 1427.
Le sue opere furono apprezzate e contese da tutti i più grandi committenti del suo tempo: oggi figurano nei più grandi musei del mondo.

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