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 Pinacoteche

FABRIANO

Pinacoteca civica "Bruno Molajoli"
Ospedale di Santa Maria del Buon Gesù – Piazza Giovanni Paolo II
Tel.  0732/250658     
Info e prenotazio: pinacoteca.molajoli@comune.fabriano.an.it   

E' una delle più importanti collezioni d'arte medievale delle Marche. Il nucleo originario della raccolta, che fin dal 1862 costituiva la Galleria Comunale di Fabriano, fu trasferito dalla sede municipale al Palazzo Vescovile nel1912. In quella occasione venne ampliato con una splendida collezione di arazzi fiamminghi e la raccolta di dipinti di Scuola Fabrianese del XIV secolo. Intitolata all'illustre fabrianese Bruno Molajoli, Direttore Generale delle Belle Arti negli anni'60, offre un esplicativo esempio della produzione pittorica locale e centro-appenninica dal'200 al'500.Oltre alle tavole di Scuola Umbra e Toscana, il corpus di opere più interessante è legato a quel gruppo di notevoli pittori locali che influenzarono l'arte di quest'area a cavallo tra le Marche e l'Umbria: gli affreschi duecenteschi del Maestro di Sant'Agostino, le opere trecentesche del Maestro di Sant'Emiliano, Di Allegretto Nuzi e di Francescuccio di Cecco Ghissi, e la Dormitio Virginis( sec.XV) di Antonio da Fabriano mostrano al meglio la cosiddetta Scuola di Fabriano. Di grande rilievo e suggestione i gruppi scultorei in legno raffiguranti l'Adorazione dei Magi e una Sacra Rappresentazione databili, rispettivamente, alla seconda metà e alla fine del'300.La raccolta è nata nel 1862 e comprende arazzi di manifattura fiamminga; tavole di Allegretto Nuzi e di Francescuccio Ghissi; sculture lignee; opere di Antonio da Fabriano (Dormitio Virginis) e del maestro di Staffolo; del XVI e XVII secolo i dipinti di Simone De Magistris e Orazio Gentileschi (Vergine del Rosario). Dal 2015 la pinacoteca ospita anche la sezione d'arte contemporanea "La casa di Ester",
nata dalla donazione della collezione di opere d'arte da parte della signora Ester Merloni. La collezione conserva opere di alcuni tra i maggiori protagonisti del '900 italiano: Balla, De Chirico e Savinio, poi De Pisis, Turcato, Dorazio, Capogrossi, Burri, Fontana, Manzù, Mannucci, Afro sino a Arnaldo Pomodoro, Castellani, Piero Manzoni, per terminare con Nunzio.
Museo Guelfo
Largo San Francesco 

tel. 0732 250658
Info e prenotazioni: pinacoteca.molajoli@comune.fabriano.an.it    

Il Museo ospita in due sale la collezione Guelfo e Marisa Bianchini, donata alla città di Fabriano e inaugurata il 4 ottobre 2018. L'esposizione raccoglie le opere dell'artista surrealista Gaetano Ulisse Bianchini, in arte Guelfo, di origine fabrianese e le opere grafiche di alcuni dei protagonisti dell'arte del Novecento internazionale.

PRIMA SALA
GUELFO (Fabriano 1937 – Roma 1997)
Guelfo, fra i più apprezzati ed eclettici artisti surrealisti contemporanei, è riuscito a raggiungere la fama europea. A Salisburgo è ospite del circolo artistico Il Cenacolo di Oscar Kokoschka, e a Parigi entra in contatto con artisti come Max Ernst e Man Ray. Le incisioni, i disegni, gli acquerelli, gli oli, le tempere, il vetro fuso, le ceramiche, le fotografie e le sculture testimoniano il suo ininterrotto sperimentare di forme, tecniche e linguaggi. Considerato dal critico d’arte Giuliano Briganti “uno dei migliori artisti grafici italiani”, Guelfo riesce a trasfigurare in immagini poeticamente fantastiche e simbolicamente pregnanti il suo mondo invisibile con quel talento che Giorgio De Chirico ha definito “eccezionale”. Le opere eseguite su carta, nello spirito della tradizione fabrianese, sono nate proprio dal profondo legame con la sua terra d’origine. All’inizio degli anni Ottanta a Fabriano, esegue le vetrate nella chiesa di San Giuseppe lavoratore e nella Cattedrale, che hanno entusiasmato Chagall, il quale gli scrive “Finalmente delle vetrate italiane interessanti. Lei è un artista che ammiro molto!”.

SECONDA SALA
Questa esposizione presenta una selezione di opere provenienti dalla Collezione Guelfo e Marisa Bianchini, che costituisce un raro, forse unico esempio di raccolta di opere originali di arte grafica di grandi maestri internazionali, moderni e contemporanei (dall’Impressionismo francese al Surrealismo, fino ai nostri giorni). Guelfo inizia la sua collezione di studente di Belle Arti di Urbino. I soggiorni a Parigi, in Provenza e a Salisburgo negli anni ’50 e ’60 ed infine a Roma, incrementarono la collezione. Dopo il premio assegnatogli dall’Accademia di San Luca nel 1959, Guelfo continua la sua ricerca di artista collezionista, che lo porta ad incontri con artisti di fama internazionale come Afro, Bartolini, Bellmer, Bodini, Chagall, Cocteau, Greco, Guidi, Kokoscka, Lam Levi, Guttuso, Manzù, Masson, Matta, Mirò, Tanning, Tommasi-Ferroni, Turcato, Clerici, Man Ray… Di tali frequentazioni sono testimonianza, oltre alle opere in collezione, anche i numerosi ritratti che molti dei citati maestri gli dedicarono, in segno di profondo sodalizio amicale e artistico.

Con Giorgio De Chirico, che definiva quello di Guelfo un “talento eccezionale”, ci fu una lunga serie di opportunità, di incontri, percorsi culturali e affinità elettive, sfociati poi nel volume d’arte “Tic-Guelfo e Giorgio De Chirico” presente nelle più importanti biblioteche e musei e in un certo numero di opere di De Chirico confluite nella Collezione. Tra queste, sono esposte due tempere e altre opere su carta.


Museo Diocesano

Piazza Giovanni Paolo II, 1
Tel.  349 9404964
Info e prenotazioni: museodiocesanofabriano@virgilio.it
Orario di apertura: venerdì h 16-18, sabato e domenica h 10-12 e 16-18 (aperture straordinarie su prenotazione)


Il Museo della Diocesi di Fabriano-Matelica, sede di Fabriano, è la testimonianza della storia della Chiesa Fabrianese e ne documenta visibilmente il percorso fatto lungo i secoli.
L’itinerario storico del museo parte dai secoli X-XI, in cui la Città Fabriano e il suo territorio iniziano ad avere una loro identità culturale e sociale, fino ad arrivare al 1785, anno in cui Fabriano venne elevata a Diocesi, unita a Matelica.
Le sale espositive, attraverso una trama storico artistico sociale religiosa offerta dai manufatti, presentano allo sguardo del visitatore la storia multiforme di una Chiesa particolare.
Le opere d'arte (pitture, sculture, stampe, lavori di ebanisteria, vasi sacri, suppellettili, reliquiari, parati liturgici) rivelano la capacità di artisti, artigiani e maestranze locali e non, che hanno saputo imprimere il senso religioso e la devozione della comunità cristiana.

ELENCO DELLE OPERE ESPOSTE

I SALA                               
1. Agnus Dei, secc. VII-VII (Scultura in pietra - Chiesa Parr. Albacina)       
2. Pergamena del 1008 da S. Maria d’Appennino (Archivio Cattedrale)
3. Pergamena del 1047 da S. Venanzio (Archivio Cattedrale)
4. Croce astile sec. XIII(Scultura in rame e bronzo - Chiesa Parr. Castelletta)       

II SALA
1. A. Nuzi – S. Antonio Abate e S. Giovanni Ev.    (Capitolo Cattedrale)
2. A. Nuzi – S Giovanni Batt. e S. Venanzio (Capitolo Cattedrale)
3. Maestro dei Magi – S. Giacomo (Scultura in legno - Capitolo Cattedrale)   
4. Maestro di Staffolo – S. Giacomo della Marca – S. Bernardino da Siena e S. Sebastiano (Chiesa Scala Santa)
5. Maestro di Staffolo – Pietà (Chiesa Scala Santa)
6. Maestro di Staffolo – Madonna di Loreto (Palazzo Baravelli)
7. Antonio da Fabriano – Santi (Palazzo Baravelli)
8. Scuola umbra sec. XV – Veronica (Cattedrale S. Venanzio)

III SALA
1. Bernardino di Mariotto – Madonna con Bambino (Chiesa Parr. Bastia)
2. Calice sec. XV (metallo dorato e argentato - Curia Vescovile)             
3. Calice sec. XV (metallo dorato e argentato - Curia Vescovile)           

IV SALA
1. Scuola Umbra, sec. XV – Madonna del latte (Episcopio)
2. Fra Fabiano da Urbino – Madonna in trono e Santi (Chiesa S. Nicolò)
3. Sec. XV – S. Girolamo (Chiesa Scala Santa)
4. Sec. XVI - Croce astile (metallo dorato e argentato - Cattedrale S. Venanzio)       
5. S. Girolamo (Chiesa Scala Santa)

V SALA
1. E. Ramazzani – Madonna col Bambino e Santi (Episcopio)
2. D. Domiziani – Crocifissione (Episcopio)
3. L. Leoncini (?) – Madonna col Bambino e Santi (Chiesa Parr. S. Michele)

VI SALA
1. C. Ridolfi – S. Emilio (Cattedrale S. Venanzio)
2. G.F. Guerrieri – Santi in gloria (Chiesa S. Nicolò)
3. P. Rossi – Battesimo di S. Agostino (Chiesa S. Benedetto)
4. G. Loreti – S. Vincenzo Ferreri (Cattedrale S. Venanzio)
5. Sec. XVII – Immacolata (Scultura - Cattedrale S. Venanzio)                   

VETRINA
1. Paramenti: Pianete – Piviali
2. Calici
3. Ostensori
4. Reliquiari
5. Cartegloria
6. Candelieri

  

Collezione Ruggeri-Mannucci

Via Gioberti, 5
Tel.  0732/251254         
Info e prenotazioni: info@fondazionecarifac.it
Aperta su prenotazione

La collezione nasce nel 2001 ad opera della Fondazione Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana che, in virtù della sua mission di tutela e valorizzazione del patrimonio storico e artistico dell'area fabrianese e cuprense, decise di acquisire un cospicuo nucleo di opere di due artisti Quirino Ruggeri (diciotto) ed Edgardo Mannucci (sessantuno) nativi di Albacina e Fabriano.
Quirino Ruggeri (1883-1955), che sarà maestro e genero di Mannucci, dopo aver lavorato come sarto in Argentina si stabilisce a Roma dove comincia a dedicarsi alla scultura conoscendo e collaborando con artisti quali Arturo Dazzi e Virgilio Guidi; entrò nel giro della rivista “Valori Plastici” dove si fece conoscere ed apprezzare dal grande critico Roberto Longhi. Aderì quindi alla filosofia del gruppo che ricercava, nelle civiltà passate e nel Trecento/Quattrocento italiano, i motivi di riflessione per la creazione di un linguaggio che si opponesse a quelli frenetici delle Avanguardie del primo novecento; dalla metà degli anni Trenta poi cominciò a dedicarsi ad una scultura più “naturalista”.
Edgardo Mannucci (1904-1986) iniziò l'attività plastica seguendo parzialmente il suggerimento figurativo di Ruggeri da cui si distacco vivendo una breve parentesi neocubista che gli aprì la via dell'astrazione di tipo segnico fino a quando, sul finire della IIª guerra mondiale, il terribile evento dello sganciamento della bomba atomica su Hiroshima gli squarciò la mente ed il cuore stimolandogli la riflessione dell'immenso potenziale energetico inserito nella struttura molecolare della materia. Questo diventò il suo assillo gnoseologico ed etico e si pose alla base della sua espressività scultorea, tutta tesa a rappresentare l'espansione della materia nello spazio e i suoi guizzi d'energia.

FIUMINATA

Deposito dei Beni Culturali Diotallevi di Angeluccio
Palazzo Lori, via D'Annunzio, Massa
Ingresso su prenotazione presso il Comune: tel. 0737 614051

Intitolato a Diotallevi di Angeluccio di Esanatoglia, stato allestito nel 2003 all’interno di Palazzo Lori, residenza nobiliare originaria del XVI secolo, appartenuta all’omonima famiglia, allo scopo di non disperdere le opere d’arte del territorio.
Le tele custodite all’interno, in gran parte sono databili tra XVI e XVII secolo e riproducono soggetti a carattere mariano: sono sicuramente da segnalare un bel S. Girolamo penitente degli inizi del Seicento proveniente dalla Chiesa di S. Maria Assunta di Fiuminata, due tele riproducenti la Madonna del Rosario da Poggio Sorifa e S. Cassiano, oltre a quelle originariamente collocate nella chiesa di S. Pietro di Pontile raffiguranti lo Sposalizio della Vergine e una S. Maria Maddalena.


GENGA

Museo di Genga. Arte, Storia e Territorio 
Castello di Genga
info@turismo.comunedigenga.it
tel.   0732 97211 / 90080 / 90090       
Aperto tutti i giorni: 10.30-13.30 / 15.00-18.00. CHIUSO i lunedì dei mesi da Novembre a Febbraio, il 4 e il 25 dicembre, il 1° gennaio, dal 10 al 30 gennaio compresi.

La raccolta comprende un trittico e uno stendardo quattrocentesco di Antonio da Fabriano, artista influenzato dall'arte fiamminga; un dossale in terracotta attribuito a Pietro Paolo Agabiti (XVI secolo); una statua in marmo raffigurante la Madonna con il Bambino (scuola di Antonio Canova).

GUALDO TADINO

Museo civico Rocca Flea
via della Rocca, 06023
Tel. 075 9142445, info@roccaflea.com
Ingresso a pagamento, visite guidate, attività didattiche, bookshop.

La Rocca Flea è una costruzione imponente che domina dall'alto l'attuale città di Gualdo. La fondazione molto antica rimane di data incerta, ma la fortificazione, alla fine del X secolo, è un possedimento del Conte Vico di Nocera, e poi nel 1177 di Federico I, il Barbarossa. Di certo nel 1242 viene fatta restaurare da Federico II, e nel 1350, sotto il dominio perugino, viene edificato il cassero; nel XVI secolo diviene residenza dei legati pontifici, e nel 1888, carcere. Adibita a sede museale dal 1999, raccoglie testimonianze archeologiche e artistiche dalla preistoria al XX secolo: ospita infatti una sezione archeologica, la pinacoteca e la collezione di ceramiche.
Nella prima sezione si segnalano, tra gli altri, i reperti del sito umbro di Colle Mori, da cui proviene la nota iscrizione relativa all'area pubblica di Tarina; le opere ceramiche esposte vanno dal XIX al XX secolo, e costituiscono una carrellata di magnifici esemplari di quest'arte che a Gualdo ha trovato espressione soprattutto nella tecnica della ceramica a lustro. La Pinacoteca infine offre una panoramica delle opere destinate alle chiese di Gualdo e del suo territorio, ed uno spaccato della pittura umbra tra XV e XVII secolo. Oltre alla nota personalità di Matteo da Gualdo, si ricordano anche Niccolò Alunno, di cui qui si conserva un bel polittico, e Avanzino Nucci, molto attivo nel territorio.

MATELICA

Pinacoteca Comunale “Raffaele Fidanza”
Palazzo Ottoni, piazza Mattei,1
tel. 0737-781830
Info e prenotazioni: biblioteca@comune.matelica.mc.it
Da Novembre a Marzo: sabato e domenica 10.00-12.00/16.00-18.00
Giugno: da lunedì a venerdì h 10.00-12.00, sabato e domenica: h 10.00-12.00 e 16.30-18.30, chiuso il martedì

Luglio-agosto: da lunedì a domenica h 10.00-12.00 e 17.00-19.00
Ingresso a pagamento, accesso facilitato, libreria, shop.

Tra le opere conservate si segnalano 52 opere del pittore neoclassico Raffaele Fidanza, tra cui incisioni, disegni, dipinti su tela; varie tele realizzate tra il XVIII ed il XIX secolo che rappresentano personaggi famosi legati alla città; una grande tela di Salvator Rosa con “S. Onofrio nel Deserto”; mobili e suppellettili vari di diversi secoli. Sono esposte opere del pittore Diego Pettinelli, allievo di Adolfo De Carolis con il quale collaborò agli affreschi di Bologna e a quelli del Palazzo della provincia di Arezzo.Di rilevo il ciclo di affreschi cinquecenteschi raffiguranti scene mitologiche e quattro cavalieri, appartenenti forse alla famiglia proprietaria.

Museo Piersanti
Palazzo Piersanti – Via Umberto I, 11
museopiersantimatelica@virgilio.it
Tel.   0737/84445       
ORARIO ESTIVO (lunedì di Pasqua-settembre): da martedì a domenica h 10.00-12.00/15.30-18.00. Chiuso il lunedì
ORARIO INVERNALE (ottobre-Pasqua): sabato, domenica e festivi h 10.00-12.00/15.00-17.00. Chiuso 25 dicembre e mattino del 1° gennaio.
Ingresso a pagamento, accesso facilitato, libreria, Mediateca, visita guidata, pubblicazioni del museo.

Allestito nel quattrocentesco palazzo Piersanti, il museo prende il nome dalle collezioni di Venanzio Filippo Piersanti, donate nel 1901 al Capitolo della Cattedrale. Tra le notevoli opere conservete dipinti di Bellini, Antonio d Fabriano, Francesco di Gentile da Fabriano, Salvator Rosa, Carlo Maratta, argenti pregiati, mobili rari e di pregio.

NOCERA UMBRA

Museo civico S. Francesco
chiesa di S. Francesco, piazza Caprera
Tel. 0742 818640
Orari: da aprile a settembre h 10-13, 16,30-19 (chiuso il lunedì); agosto h 10.30-13, 14.30-17 e durante il Palio dei Quartieri h 21-23; da ottobre a marzo h 10.30-13, 14.30-17
Ingresso a pagamento

La collezione è ospitata all'interno della splendida chiesa gotica di S. Francesco. Internamente si presenta come una navata unica scandita da arconi e con copertura a doppio spiovente, mentre l’abside poligonale presenta una copertura a cupola. La prima fase decorativa inizia probabilmente nel 1497, con l’affresco realizzato da Matteo da Gualdo (1430 ca.-1507), S. Francesco che riceve le stimmate, e si conclude intorno al 1510-15 con gli altri soggetti (S. Antonio Abate, S. Barbara, S. Antonio da Padova, SS. Rocco e Sebastiano) la cui scelta è dettata, o almeno controllata, dall’ordine minoritico, e fortemente ispirata allo stile del pittore gualdese. La seconda fase decorativa è avviata intorno al 1530 grazie all’iniziativa del vescovo Varino Favorino, che di origine camerte, convoca due pittori marchigiani, Venanzio da Camerino e Piergentile da Matelica (attivi nella prima metà del XVI secolo): i due realizzano una Madonna di Loreto e una Madonna della Misericordia. Dello stesso Favorino, morto nel 1537, è esposto anche il frammentario monumento funebre, originariamente collocato in cattedrale: il sarcofago doveva essere inserito entro una nicchia trabeata, chiusa da due paraste, ed era stato predisposto dal vescovo stesso. Domina l’abside il Crocifisso ligneo, della fine del XIII secolo, appeso secondo l’originaria collocazione francescana, e forse proveniente dalla primitiva chiesa collocata fuori le mura. Due tavole infine, destinate al duomo, completano la collezione del Museo Civico, e sono quella di Matteo da Gualdo raffigurante L’incontro di Gioacchino e Anna alla porta aurea, ed il Polittico di Niccolò Alunno (1430 ca.-1502) con l’Adorazione del Bambino e Santi datato al 1483. La collezione archeologica, oltre a comprendere materiali lapidei d’età romana, è arricchita anche da reperti funerari di età longobarda.


PERGOLA

Museo dei Bronzi Dorati e della città di Pergola
L.go San Giacomo, 1
Tel.   0721/734090 - 0721/7373278      
Fax 0721/735616
museo@bronzidorati.com
Da Gennaio a Giugno e da Settembre a Dicembre: 10.00-12.30/15.30-18.30 (lunedì chiuso)
Luglio-Agosto: lun-dom 10,00-12,30/15,30-19,00
Ingresso a pagamento, accesso facilitato, libreria, visita guidata, pubblicazioni del museo e attività didattica.

La Pinacoteca raccoglie una serie di dipinti, sculture, stampe provenienti dal territorio di Pergola e datate dal XIII al XVIII secolo. Tra le opere più importanti vanno ricordate l’Adorazione dei Magi di Ercole Ramazzani, l’Orazione di Gesù nell’orto di Claudio Ridolfi detto il Veronese e Cleopatra attribuita al Guercino.
La sezione di arte contemporanea è dedicata a Walter Valentini (originario di Pergola) esponente di spicco dell’astrattismo lirico italiano ed europeo.

SASSOFERRATO

Tel. 0732 956218 / 956205 / 95623
ufficiocultura@comune.sassoferrato.an.it

Civica Raccolta d'Arte
presso Palazzo Oliva, piazza Matteotti
Ingresso a pagamento

Il palazzo fatto costruire dal cardinale Oliva nel XV secolo, ospita la Biblioteca Comunale e la Civica Raccolta d'Arte, che costituisce un'interessante collezione territoriale: dalle opere dell'Agabiti, artista vicino alla pittura veneta non del tutto svincolato dagli schemi quattrocenteschi, a quelle del Salvi, detto il Sassoferrato, classicista di grande spessore, molto apprezzato anche in ambito romano. Da segnalare anche alcune tele di scuola romana del XVII secolo; la raccolta di incisioni, frutto di una donazione, rappresenta infine una ricca panoramica dell'evoluzione di quest'arte grafica nelle Marche dal Cinquecento ai giorni nostri.

Raccolta Perottiana
Palazzo dei Priori, piazza Matteotti (all'interno del Museo Archeologico)
Chiuso il lunedì. Da martedì a sabato 10.30-12.30; martedì e giovedì 10.30-12.30/16.00-19.00
Ingresso a pagamento

Monsignor Nicolò Perotti, alto prelato della curia pontificia, ha realizzato una raccolta sacra di reliquiari bizantini e tedeschi. I reliquiari sono custodie di forme e materiale diverso, generalmente prezioso, e la loro funzione, legata alla manifestazione della religiosità e del miracolo, era quella di conservare ed esporre i resti di “Beati o Santi” o anche oggetti a loro collegati. 

 

 

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