ARCEVIA E IL MUSEO ARCHEOLOGICO STATALE |
PREISTORIA Dal Paleolitico all’ Eneolitico
Arcevia e i suoi dintorni hanno restituito testimonianze di età preistorica di estremo interesse, conservate sia presso il Museo Archeologico Statale della città di Arcevia, sia presso il Museo Archeologico Nazionale delle Marche ad Ancona. Il sito più antico risale al Paleolitico superiore, ed è quello in località Ponte di Pietra, rinvenuto durante i lavori di costruzione di una strada ed esplorato con tre campagne di scavo dalla Soprintendenza ai Beni Archeologici delle Marche. Frequentato circa 20.000 anni fa per l’approvvigionamento e la lavorazione della materia prima (selce), si trattava di una vera e propria “officina litica” da cui sono stati recuperati migliaia di manufatti e centinaia di strumenti: l’insediamento all’aperto doveva essere di tipo stagionale e costituito da strutture provvisorie (tende). Il Neolitico è documentato nel sito di Cava Giacometti, che fu individuato durante i lavori di estrazione della cava, e presentava una stratificazione dal Neolitico all’età del Bronzo. Un altro insediamento di notevole importanza è quello eneolitico (età del Rame) in località Conelle, soprattutto per la presenza di un fossato difensivo risalente alla metà del IV millennio a.C., lungo circa 120 metri e profondo fino a 7. I rinvenimenti provengono tutti dal riempimento del fossato, utilizzato inizialmente con funzione difensiva, poi come discarica del villaggio e successivamente interratosi, fino ad essere occupato da un abitato dell’età del Bronzo (1400-1200 a.C.). I materiali, ceramici, litici, e faunistici, documentano attività produttive (allevamento, agricoltura) e artigianali (produzione ceramica, lavorazione della selce e dell’osso, filatura), nonchè l’importanza costante della pratica della caccia (per la presenza di specie selvatiche e punte di freccia).
PROTOSTORIA L’Età del Bronzo e l’età del Ferro
I principali siti che documentano l’età del Bronzo nel territorio di Arcevia, sono quello già citato di Cava Giacometti e di Monte Croce Guardia, ai quali è dedicata una sala del Museo Archeologico di Arcevia: il primo, del cui rinvenimento si è già accennato, risale circa al XVI sec. a.C., ed ha restituito reperti che attestano la lavorazione della selce, della pietra levigata, e le attività di filatura e tessitura. L’insediamento di Monte Croce Guardia, indagato con due campagne di scavo, è un abitato di altura di età protovillanoviana (XII-X sec. a.C.), di cui sono state individuate alcune capanne con il fondo scavato nella roccia, ed i cui reperti documentano attività artigianali come la lavorazione dell’osso e del corno (di cervo), e la produzione metallurgica. Passando all’età del Ferro, il principale sito archeologico è rappresentato dalla necropoli celtica di Montefortino, scavata dal 1894 al 1899, riportando alla luce 47 tombe a fossa terragna, di cui alcune segnalate da grandi pietre. Il sepolcreto utilizzato per circa un secolo dalla metà del IV sec. a.C. agli inizi del II, ha restituito testimonianze eccezionali tra cui vasellame ceramico e
metallico, armamentari in bronzo e ferro, gioielli e ornamenti preziosi (pasta vitrea, oro): si segnalano anche le note corone d’oro conservate nel Museo di Ancona, provenienti da una tomba femminile.
ETÀ ROMANA
Il popolamento in età romana, è attestato inoltre da rinvenimenti diffusi su tutto il territorio, e probabilmente distribuito in una serie di insediamenti sparsi: il comprensorio di Arcevia rientrava nel cosiddetto ager gallicus, che in seguito alla Battaglia del Sentino del 295 a.C. (per il processo di romanizzazione dell’area si veda l’approfondimento su Fabriano), venne confiscato da Roma e sottoposto a presidio mediante la creazione di prefetture e colonie, mentre le comunità celtiche, stando ad alcune fonti, subirono un vero e proprio sterminio. Il principale sito di età romana nel territorio arceviese, di cui rimane testimonianza, si trova sempre in località Montefortino, dove alcuni rinvenimenti casuali documentano la presenza di un luogo di culto frequentato a partire dal V sec. a.C., durante l’età ellenistica ed in età imperiale. Per la fase picena i materiali sono più che altro figurine in bronzo, femminili e maschili, di tipo schematico: il periodo ellenistico-romano è rappresentato soprattutto da ex-voto anatomici (avambracci, mani, uteri…), mentre risalgono al I-II d.C. alcuni vasi a fruttiera, per le offerte votive.
Museo archeologico statale Centro Culturale S. Francesco, corso Mazzini 64 Orari: lunedì, giovedì e sabato dalle ore 07,30 alle ore 13,30; martedì, mercoledì, venerdì, e domenica dalle ore 13,30 alle ore 19,30. Ingresso a pagamento, accesso facilitato, mediateca, visita guidata, aula didattica. Biglietto: intero euro 2,00; ridotto (ragazzi tra 18 e 24 anni) euro 1,00; gratuito (minorenni, oltre 65 anni, portatori di handicap e loro accompagnatori) INFO: 0731.9622 http://www.archeomarche.beniculturali.it
Ufficio Turistico C.so Mazzini, 64 c/o Centro Culturale San Francesco TEL. 0731.984561 FAX 0731.9899226 http://www.arceviaweb.it
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