di Cristiana Pandolfi
Il comprensorio appenninico dell’Alta Valle dell’Esino e dei suoi dintorni da sempre costituisce geograficamente e storicamente un importante crocevia tra Adriatico e Tirreno. La presenza dell’uomo in queste zone è documentata dal Paleolitico (si segnalano i siti in grotta), durante il Neolitico, che vede la comparsa dei primi abitati capannicoli, fino all’età del Rame (Conelle di Arcevia). Con l’età del Bronzo le principali testimonianze sono rappresentate da alcuni abitati e dalla necropoli ad incinerazione di Pianello di Genga. Durante l’età del Ferro, la documentazione più consistente riguarda le culture picena e celtica: sia gli abitati, ancora di tipo capannicolo, che le aree funerarie (S. Maria in Campo a Fabriano, Matelica, Montefortino di Arcevia..) hanno restituito materiali di estremo interesse. Con la romanizzazione, il territorio viene controllato attraverso strade (la Flaminia e le sue diramazioni) e centri politicamente legati a Roma. I municipia dell’alta vallesina (Attidium, Matilica, Sentinum, Tuficum) vivono il momento di maggior sviluppo monumentale durante l’età imperiale, tra I e II d.C., per poi subire in età tardo-antica, un progressivo decadimento ed abbandono.
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