L’itinerario si sviluppa per circa 15 km dal comune di Costacciaro a Sigillo, partendo dunque dall’alta vallata del Chiascio, percorrendo la via Flaminia, e risalendo il massiccio montuoso.Si tratta ovviamente di un percorso a prevalente interesse naturalistico e sportivo, lungo il quale si segnalano comunque alcuni importanti resti della antica Flaminia, oltre ai piccoli borghi di Costacciaro e Sigillo.
Costacciaro
Di origine medievale, il castello di Costacciaro, che forse prende il nome dalla famiglia fondatrice degli Stacciari di Gubbio, è documentato a partire dalla metà del XIII secolo e rimane legato al distretto e comitato eugubino fino al 1384, quando si sottomette spontaneamente ai Montefeltro. Da sempre l’insediamento di Costacciaro è caratterizzato dalla sua vocazione difensiva: evidente dalla sua collocazione strategica lungo la via Flaminia, dalle opere di fortificazione, come Il Rivellino, e dall’impianto urbanistico di tipo castrense. Tra il 1631 e il 1632, in seguito alla morte dell’ultimo duca di Urbino, Francesco Maria II Della Rovere, rientra a far direttamente parte dello Stato Pontificio. Già dagli anni Ottanta del Duecento è documentata un’interessante forma di comunanza agraria che è quella dell’Università degli Uomini Originari, oggi ospitata nell’edificio medievale della cosiddetta “Caciara”. Nel 1861 viene annesso al Regno d’Italia.
Molto ben preservato il circuito murario nel quale si aprono la Porta del Rivellino, la torre di via della Roccaccia e la Torre Civica, porta di ingresso alla città all’inizio di corso Mazzini. La prima fortificazione, anche detta il Torrione, viene fatta costruire nel 1477 dal duca Federico da Montefeltro al noto architetto senese Francesco di Giorgio Martini, mentre le altre due risalgono al XIII secolo e sono ben conservate.
Scirca: Chiesa di S. Maria Assunta
Edificata probabilmente nel XIII secolo, il primo documento risale al 1334, mentre nel 1400 risulta alle dipendenze della Badia di Sitria, almeno fino ai primi dell’Ottocento, quando passa anch’essa sotto Fonte Avellana. Esternamente presenta una costruzione molto semplice, mentre all’interno si conservano interessanti affreschi di Matteo da Gualdo, firmati e datati al 1484. Nella parete destra si trovano infatti una bella Madonna della Misericordia, e una S. Anna con Maria e il Bambino, mentre la Madonna in trono con il Bambino e un cagnolino, viene attribuita al figlio Girolamo. Sopra l’altare maggiore una Incoronazione della Vergine con l’Eterno, forse di scuola del Perugino. All’interno della chiesa era presente anche una bella ed antica icona lignea di età romanica (oggi esistente in copia) con la Vergine in trono con Bambino.
Monte Cucco
Il Parco del Monte Cucco, è un’area naturalistica tra le più interessanti del centro Italia, per biodiversità vegetazionale e faunistica, oltre che per l’importante patrimonio geologico: si estende per oltre diecimila ettari, includendo i comuni di Scheggia, Costacciaro, Sigillo, e Fossato di Vico, assiepati intorno all’imponente massiccio calcareo del Monte Cucco (1566 m). Faggete secolari come quelle di Val di Ranco e Pian delle Macinare, grotte carsiche, forre di incredibile bellezza, sorgenti di acque oligominerali, costituiscono un habitat ideale per molte specie animali come il lupo e l’aquila reale. Il Parco è anche ricco di testimonianze storiche, che nel territorio vanno dai resti dell’antica Flaminia alle splendide abbazie romaniche, immerse in contesti naturalistici incontaminati, come si è già visto. L’area offre inoltre una vasta gamma di attività sportive praticabili: dall’escursionismo a piedi, in bicicletta o a cavallo, al volo libero, allo sci di fondo, alla speleologia, fino al torrentismo, disciplina nata proprio in questo contesto territoriale.
Sigillo
Già abitata dai popoli umbri e poi forse sede di un centro romano, Sigillo nel corso dei secoli vede la sua storia legata a quella della via Flaminia, lungo la quale è sorta. Distrutta durante la guerra greco-gotica, viene poi ricostruita in età longobarda, quando fa parte del ducato di Spoleto e diviene proprietà dei conti Vico di Fossato. Distrutta nuovamente nel Duecento, viene ricostruita nel 1247, e nel 1249 si sottomette a Gubbio. Nel 1274 passa infine sotto il dominio di Perugia. Annessa allo Stato Pontificio nel 1370 per breve tempo, ritorna nelle mani dei perugini, che ne mantengono la giurisdizione più o meno continuativamente fino al XVIII secolo. Nel 1816 fa parte dello Stato della Chiesa, ma in seguito ai fermenti risorgimentali, entra prima nella Repubblica Romana nel 1849 e poi nel 1860 nel Regno di Sardegna, quindi in quello d’Italia.
Le tipicità
Lungo il percorso esistono numerose produzioni che caratterizzano la tradizione gastronomica dell’Umbria. Nella norcineria vanno segnalate alcune singolarità, come la coppa di testa e il prosciutto di montagna. A questi si vanno ad aggiungere i formaggi di pecora freschi e stagionati, le profumate ricotte, le caciotte (o caciofiori) di latte vaccino sempre molto ricercate. Completano l’offerta gastronomica deliziosi olii extravergini e pregiati tartufi neri.
Chiodetti di Costacciaro
Dolcetti forgiati a forma di chiodetti dalla grossa testa e realizzati con ingredienti semplici: acqua, zucchero, farina, semi di anice.
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