Albacina è una frazione del comune di Fabriano, la cui storia affonda nell’epoca pre-romana. Qui, infatti, sorge il municipio romano di Tuficum della tribù Ufentina, dagli storici considerato ancora più grande ed importante di Attidium(Attiggio). Nel 1933 venne casualmente alla luce, tra la ghiaia del fiume, una testa in bronzo oggi conservata al Museo Nazionale di Ancona.
di Tuficum rimane una ricca raccolta di epigrafi: alcune conservate nel Municipio di Fabriano, altre nell'atrio della chiesa parrocchiale ed altre nel parco della Villa Censi Mancia (già Villa Serafini).
La sua importanza è anche nella posizione strategica a controllo dell’incrocio fra i fiumi Esino,proveniente dall’area di Matelica-Esanatoglia dove nasce, e Giano, proveniente dalla piana di Fabriano. Ad Albacina, di rilievo è anche il castello, che passò in mano al Comune di Fabriano nel XIII sec. Oggi è visibile una parte della cinta muraria e la porta d'ingresso bastionata. La chiesa parrocchiale è dedicata a S. Venanzo vescovo di Luni e forse anche di Tufico. Nel 1.100 vennero rinvenute le spoglie del Santo in una nicchia all'interno della chiesa. Oggi rimane una lapide incisa su pietra a ricordo.
Nella chiesa parrocchiale è conservato un trittico del Maestro di Staffolo, nei pannelli la Madonna col Bambino in trono, S. Venanzo e S. Mariano, nella cuspidi Dio fra gli angeli, l'Arcangelo Gabriele, e la Vergine Annunziata. Nei dodici scomparti della predella gli Apostoli.
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