Il castello di Esanatoglia, posto sul pendio di un colle da cui si apre la Valle dell’Esino,vigila silenzioso quei luoghi dove scorre il fiume Esino che si snoda tra rocce affioranti e vallate da un verde intenso. Le mura castellane che ancora cingono il Borgo, delimitate dall’Esino, a sua volta regolamentato da duecentesche briglie in pietra, necessarie a proteggere l’abitato ed a permettere l’utilizzo dell’acqua per le attività prima dei vasari e poi dei conciapelli, creano una particolare suggestione ed un forte connubio tra l’opera dell’uomo e la forza della natura. La città, a lungo contesa tra Matelica e Camerino, divenne nel XIII secolo dominio di Camerino. Due importanti personaggi stanno alle sue origini: “Santa Anatolia”, patrona della città e “San Cataldo”, compatrono acquisito, che la leggenda vuole salvatore dell’abitato avendo fermato con tre dita un grosso masso staccatosi dalla sommità del Monte Consegno, sul quale si erge l’eremo a lui dedicato. Conserva parecchie case medioevali su cui è possibile osservare le famose “tre porte”: l’ingresso normale dell’abitazione, l’ingresso della vita o degli sposi e la “porta del morto” che veniva aperta solo per far passare il defunto. Dal punto di vista religioso meritano una certa attenzione: la Chiesa della Pieve, romanica nella struttura e con un portale del XIII secolo; la Chiesa di S. Maria di Forte Bianco, che conserva un affresco attribuito ad Allegretto Nuzi(XIV sec.). |
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