27-08-2014 15:13 Giambattista Salvi detto Il Sassoferrato ,dal paese di provenienza dove nasce nel 1609, sarebbe ben lieto che per 350 anni una sua dolcissima Madonna fosse attribuita direttamente al Perugino,pittore che lui copio' ,ma non in questo caso ,e che ammirava assieme a Raffello e Domenichino. Non temeva il Sassoferrato di eseguire copie e opere in stile 'raffaellita',non era ossessionato dal demone anche barocco dell'invenzione e dell'estro personale e tantomeno dalla sprezzatura tecnica.Eseguiva repliche anche dalle sue pacate invenzioni e le sue Madonne ,spesso di piccolo formato,appaiono numerose e lo storico si affanna a cercarne il prototipo ,sforzo che lui non avrebbe forse apprezzato visto che solo la piu' ben eseguita eraper lui la migliore.La sua tecnica pittorica e' inconfondibile , i colori adottati e inventati sono la sua firma assieme a una stesura piana,precisa e pacata che mai esibisce il travaglio tecnico e il suo pennelo non lascia traccia.Ma le ombre e i volumi resi con ossessiva cura e con osservazioni lumistiche tutte seicentesche ne fanno 'all'incontrario'come reazione un maestro dello sguardo barocco inteso come un ripiegamento ostinato al revival rinascimentale e alla ragionata resa della forma e del colore fuori dalle temperie storiche del suo tempo ma dentro l'eterno stupore per i maestri immortali del primo '500,unici modelli degni di imitazione e di ossequio. Anche la meraviglia di saper annullare i quasi due secoli che lo staccano da Perugino e Raffaello e' un sentimento barocco perche' spaesante e critico.... e' copia?, replica?, falso?, autentico?, autografo? non hanno importanza per il pittore Sasoferrato,l'opera di per se' e' eterna e atemporale,vicina e lontana ,spaesante come un'enigma attraente e problematica.Tutto questo e' ' barocco':sorpresa e vertigine! La cosidetta ' Madonna del velo'(chissa' se il velo e' autografo), e' cosi' popolarmente titolata per darle un connotato in piu'che invade la sua lontana e staccata meditazione. Proviene da Bellagra e rappresenta ,assieme all'improbabile Michelangelo e al discusso Caravaggio, il dipinto piu' rappresentativo del Museo Diocesano di Capranica tanto da figurare come la protagonista nei depliants informativi del recentemente restaurato museo. La Vergine Annunciata,questo e' il vero soggetto,e' aureolata e illuminata dall'altoe emergente dal buio e la luce e le ombre,specialmente tra le bellissime mani creano un gioco atmosferico e una terza dimensione che solo il virtuosismo e il mestiere del Sassoferrato sapevano fare.Il rosa salmone , abbinato al verde muschio e al bianco oltre a essere le tre virtu' teologali sono sia nella combinazione che nella specifica tonalita' la 'firma del pittore,.Il gesto con le mani incrociate di Maria con i capelli biondi acconciati a esibire il candido collo ,e'attributo della speranza e infatti si posano sul verde manto.Mezzo sole stellare ,la fede,e' ricamato in oro sul rosso busto di fattura ,quella si quattrocentesca e l'azzurro notte del manto le copre le spalle Se si dovesse cercare non il modello peruginesco ma un'idea coloristica e formale indicherei la Madonna dell'Adorazione dei Magi della pinacoteca di Perugia ma la distanza temporale e tecnica dall'Annunciata di Palestrina non ci permette un cosi' breve tragitto ,in mezzo vi passa Raffaello , Domenichino e Guido Reni ma anche Orazio Gentileschi e il Barocci per approdare a lui, al Sassoferrato, che la dipinse verso il 1660 a roma e andare ,la sua fortuna poi a Ingres e ai Nazareni. L'olio su tela ,da pulire e forse 'svelare,e' di circa 50 per 70 centimetri e sta di fronte al potente e macabro San GennaroVescovo d'influenza caravaggesca,questo non ha padre certo ma la Madonna direi di si, nessuno tra gli specialisti che sappiamo essere venuti per vederlo l'hanno degnata di uno sguardo onesto e fiero come il bravo Sassoferrato meritava. Guerrino Lovato ,Venezia , 4 Agosto 2014 ,San Nicodemo.
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